“Da Federico Cesi a PlantSnap: l’evoluzione dell’iconografia botanica prima e dopo internet” è il titolo della conferenza tenuta oggi pomeriggio dal noto lichenologo dell’Università di Trieste.
Il professore è stato affiancato dal giornalista scientifico Fabio Pagan. L’incontro è il secondo del ciclo di conferenze “Grandi incontri” a Miramare.

Miramare, 29 marzo 2023

Come si configura e come si presenta l’arte della botanica oggi? È partita da questa domanda del direttore del Museo di Miramare Andreina Contessa la conferenza del professor Pier Luigi Nimis, secondo appuntamento del ciclo “Grandi incontri”, la serie di iniziative organizzate nel corso del 2023 per approfondire alcuni aspetti legati alla mostra Ars Botanica allestita nelle sale del Museo che si è tenuta ieri pomeriggio nella Sala del Trono ed è visibile sulla pagina istituzionale del sito nella categoria “News”. Il tema si inscrive benissimo nell’essenza della mostra che racconta i libri preziosi e l’evolversi dell’ars botanica nei secoli.

La conferenza del professor Nimis, centrata sulle tecniche di identificazione di fiori e piante in epoca contemporanea, è stata anticipata da un intervento del direttore di Miramare Andreina Contessa che ha fatto, invece, un excursus sull’illustrazione botanica fino all’800, partendo dalla mostra Ars botanica che focalizza il percorso espositivo sui libri della Biblioteca di Massimiliano e Carlotta. Il direttore Contessa ha sottolineato come gli albori di questa arte, nell’antichità greco-romana, siano stati legati alla necessità di riconoscere le piante per poterne studiare le virtù curative, quindi come supporto alla scienza medica e alla farmacopea. Fino al Medioevo erbari e ricettari sono stati copiati dai testi antichi, mentre si deve al Rinascimento un nuovo atteggiamento verso la natura e la rappresentazione dal vero delle piante, che diventa molto più accurata e attenta alle finalità della raffigurazione e alle caratteristiche intrinseche. L’ars botanica progredisce parallelamente all’evoluzione della scienza botanica, che viene fatta in relazione alla geografia, all’aspetto estetico e alle nuove scoperte. Un grande impulso lo diedero le spedizioni scientifiche, proprio come quelle di Massimiliano d’Asburgo che fece un viaggio esplorativo nelle Americhe imbarcando proprio per questi fini un illustratore, Josef Seleni e che diede origine ad alcuni dei volumi in esposizione.

Il professor Nimis, nel raccontare l’evoluzione della rappresentazione botanica, ha riportato la sua esperienza, da giovane studente a Trieste di uno dei maggiori studiosi di botanica in Italia, Sandro Pignatti, a testimone di quella che ha definito una vera e propria rivoluzione nel campo della botanica, l’avvento prima dei computer e poi degli smartphone che hanno consentito di rendere disponibili un’infinità di risorse multimediali e una crescita esponenziale anche dell’uso della fotografia per l’identificazione delle specie. A questo proposito, il professore ha sottolineato quanto sia importante un approccio critico verso questi strumenti che, se da un lato favoriscono la conoscenza anche degli inesperti, dall’altro rendono l’utente completamente passivo, tanto che è necessario ideare un sistema per migliorare e rendere maggiormente interattive le moderne applicazioni.

“Come identifica dare un nome alle piante – è stata la conclusione del professore – è la domanda con la quale si sono confrontati i frati nel Medioevo, che preparavano medicamenti a base di piante cercandole sulle pergamene, e con cui hanno a che fare i botanici professionisti, che oggi stanno sparendo. Ma si possono rendere i cittadini capaci di diventare botanici e – ha detto Nimis -. Il vero impatto del mio studio credo sia nel vedere che anche i bambini possono riconoscere le piante, usando le chiavi giuste di approccio”. Il professore, infatti, nel corso della sua carriera ha anche elaborato una di alcune applicazioni che consentono l’identificazione delle specie anche con un metodo giocoso e in modo attivo. Come ha avuto modo di spiegare rispondendo alle domande del giornalista e biologo Fabio Pagan che lo ha affiancato nella conferenza, Nimis ha poi spiegato di essersi appassionato ai licheni in quanto specie non ancora approfondita dal punto di vista della conoscenza scientifica.

Pier Luigi Nimis è professore ordinario di Botanica sistematica al dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Trieste e autore di più di 300 pubblicazioni, tra le quali un articolo sulla prestigiosa rivista Nature; è stato Presidente della Società Lichenologica Italiana e dell’International Association for Lichenology. Grande classificatore dei licheni e del mondo vegetale ed erede di una grande tradizione di botanici triestini. Attualmente lavora a una flora dei licheni d’Italia e ha pubblicato un monumentale catalogo dei licheni d’Italia appena pubblicato da EUT, la casa editrice dell’Università di Trieste. Fornisce una sintesi di tutte le specie presenti in Italia, precisandone la distribuzione regionale, l’ecologia e gli aspetti sistematici e nomenclaturali.

Fabio Pagan, giornalista scientifico, conduttore di “Radio3Scienza”, laureato in biologia, è stato per venticinque anni redattore del quotidiano di Trieste “Il Piccolo”. Dal 1996, sempre a Trieste, lavora al Public Information Office del Centro internazionale di fisica teorica “Abdus Salam” (ICTP) ed è vicedirettore del Master in comunicazione della scienza della SISSA, di cui è stato nel 1993 tra i fondatori. Dal 1971 ha curato per la RAI trasmissioni e rubriche radiofoniche di scienza a carattere regionale e nazionale; ha inoltre firmato numerosi servizi televisivi.

Il prossimo appuntamento con il ciclo “Grandi incontri” a Miramare sarà con la famosa chef stellata Antonia Klugmann che terrà una conferenza su la botanica applicata all’ambito culinario.