Dal Museo storico di Miramare a Fondazione Prada per la mostra “Paraventi: folding screens from the 17th to 21st centuries”.

Anonimo artista messicano
Scene cinesi, 1718 ca.
Pedro de Villegas (attivo in Messico nel primo quarto del xvii secolo)
La conquista del Messico, 1718 olio su tela e legno dipinto
209 x 526 cm

Questo paravento è un magnifico esemplare di una delle più antiche e affascinanti forme in cui si è manifestata la globalizzazione in ambito artistico. La sua creazione ha infatti coinvolto le conoscenze e le tecniche di tre continenti, l’Asia, le Americhe e l’Europa.
Realizzato in Messico all’inizio del Settecento, si caratterizza per un formato tipico delle culture estremorientali, il paravento pieghevole; è rielaborazione di una fonte iconografica cinese per un lato e di un tema tipicamente messicano per l’altro. E’ stato dipinto con l’ausilio di una tecnica peculiare della tradizione europea, la pittura a olio su tela. Riguardo al formato, basterà ricordare che nella lingua spagnola il termine paravento si traduce con biombo, diretta derivazione da byôbu, la parola giapponese che identifica quell’arredo che, sia in Cina sia in Giappone, è stato da sempre anche supporto per la pittura.
Paraventi cinesi e giapponesi cominciarono ad arrivare in Messico verso la fine del Cinquecento, trasportati in America Centrale a bordo dei galeoni spagnoli che facevano la spola tra le Filippine e Acapulco. Questi manufatti orientali servirono da ispirazione per gli artisti spagnoli, che iniziarono a realizzare biombos intorno alla metà del Seicento: da una parte riproposero in maniera pedissequa i temi degli originali paraventi estremorientali;
dall’altra cercarono di “messicanizzare” le composizioni, così che quegli oggetti, oltre alla funzione loro propria di elementi divisori delle stanze, assumessero anche il ruolo di superfici pittoriche, al pari dei quadri.

Dal 26 ottobre al 26 febbraio, il paravento messicano sarà esposto a Fondazione Prada.

La mostra “Paraventi: folding screens from the 17th to 21st centuries” indaga la storia e interpreta i significati di questi oggetti, ripercorrendo
le traiettorie di reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, i processi di ibridazione fra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni tra designer e artisti e, infine, la creazione di opere inedite. I paraventi rappresentano il concetto di liminalità e di soglia fra due
condizioni, in senso letterale e metaforico, in quanto attraversano le barriere tra discipline, culture e mondi diversi.