di Linda Caglioni
Dopo una lunga pausa riprende la tradizione del premio Donne Ande, promosso dall’associazione triestina e pensato per mettere in luce figure femminili di valore.
Le premiazioni avverranno dopo le elezioni amministrative, ma i nomi sono già noti: si tratta di Maria Cristina Pedicchio, docente dell’Università di Trieste e membro del cda dell’Ogs; e di Andreina Contessa, direttore del Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare. «Il premio Donna è stato portato avanti per diversi anni, avevamo celebrato il talento di persone come Margherita Hack e Giannola Nonino. Poi, a un certo punto, avevamo deciso di interromperlo, perché c’erano molte cose da organizzare – ha spiegato Etta Carignani, presidente dell’associazione -. Abbiamo sbagliato, ci siamo pentite del periodo di fermo ed è per questo che crediamo sia il momento di riprendere questa tradizione. Vogliamo dare onore al merito di alcune donne che sono state in grado di fare dei miracoli, donne che sono speciali. E sappiamo che là fuori ce ne sono tante altre».
La scelta dei due nomi è legata a motivazioni esplicitate dal direttivo di Ande. Pedicchio è stata premiata per essere «riuscita a unire le donne della scienza a quelle che caratterizzano il mondo delle imprese – ha sottolineato Carignani -. Andreina Contessa, invece, ha il merito di aver creato un regno di sogni nel museo del castello di Miramare». Le dirette interessate, al momento, hanno ricevuto un messaggio informativo.
«Sono lusingata dell’attenzione che mi hanno dedicato, ho visto che la motivazione è connessa al rafforzamento del legame tra scienza e impresa e sicuramente è uno dei settori di cui più mi sia occupata negli ultimi anni – ha affermato Pedicchio -. L’associazione Ande, peraltro, mi ha dato anche la possibilità di individuare persone che possano favorire questa maggior relazione tra i due mondi». Anche Contessa si è detta molto onorata: «Penso che sia un momento in cui è riservata grande attenzione al lavoro delle donne. Spero che sia l’inizio di un periodo in cui possano avere più spazio all’interno della società, perché il contributo che danno in tanti ambiti diversi è fondamentale. Ed è il momento di riconoscerlo». —
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