Il Castello di Miramare torna nell’Ottocento: il parco è come lo volle Massimiliano d’Asburgo
Durante la quarantena sono state ricreate secondo i dettami dell’arciduca simmetria ed estetica del giardino
di Benedetta Moro
PUBBLICATO IL
18 Giugno 2020
TRIESTE. Insolita corrispondenza quella tra l’arciduca Massimiliano d’Asburgo e il suo giardiniere di fiducia, il boemo Anton Jelinek. Da appassionato di botanica, oltre che di scienza, arte ed etnologia, il futuro e sfortunato imperatore del Messico doveva infatti assicurarsi che quei 22 ettari sul promontorio di Grignano, che incorniciavano il castello di Miramare a Trieste dove, dopo la metà dell’800, si era ritirato a vita privata con la moglie Carlotta del Belgio, venissero realizzati secondo i suoi dettami, trasformando così il rude paesaggio carsico in un parco. E secondo i suoi dettami oggi il parco torna a splendere.
I mesi di lockdown sono stati infatti utilizzati dalla direzione del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare per riproporre, attraverso uno studio filologico dell’area verde, la simmetria e l’estetica degli spazi volute da Massimiliano d’Asburgo.
A beneficiarne è stato in particolare il cosiddetto parterre. «Dopo che le siepi di bosso erano state infestate da un fungo killer, che ne aveva completamente cancellato il disegno originale, abbiamo eseguito uno studio che potesse riproporre piante e fiori dell’epoca, con due fioriture – spiega la direttrice Andreina Contessa -: una a primavera, dal colore giallo dei narcisi, che quest’anno i visitatori hanno perduto, e una, ora in corso, sui toni del rosso, rosa, bianco e violetto. È stata utilizzata una grande varietà di elementi, alcuni più alti e altri più bassi».
Non si può perdere dunque l’occasione di ammirare questa meraviglia, rientrata anche nel 2020 nella classifica top 30 dei musei e parchi archeologici statali per numero di ingressi, con 307.181 visitatori paganti nel 2019 e 785.316mila accessi gratuiti al parco. Visitatori che hanno potuto riscoprire un sito completamente rinnovato, a partire dalla metà del 2017, quando al vertice del Museo si era insediata Contessa, storica dell’arte e medievalista, con alle spalle, prima del rientro in Italia, un incarico a Gerusalemme.
Un progetto secondo il quale sono state potenziate anche le luci, donando loro una tonalità «calda», che evidenzia il biancore del rivestimento in pietra d’Istria del castello. Durante un recente restauro sono inoltre affiorati dalle murature interne alcuni binari ferroviari con la funzione di travi di sostegno: una soluzione all’avanguardia, proposta dall’ingegnere Carl Junker che, non ancora trentenne, tra il 1856 e il 1860, aveva diretto il cantiere. «Abbiamo deciso di lasciarle in parte a vista – sottolinea Contessa -, perché riguardano una scoperta interessante dell’architettura dell’800».
Il Castello di Miramare torna nell’Ottocento: il parco è come lo volle Massimiliano d’Asburgo
Vicino al passaggio in cui si trova tale intervento strutturale, s’incontra poi la torretta del castello, dove da poco, grazie a un finanziamento della Fondazione CRTrieste, sono stati ripristinati campana e orologio. Al secondo piano, già abitazione della servitù e adibito oggi a uffici amministrativi, sono riemerse pure delle decorazioni parietali volute da Massimiliano.
Dalle mura delle stanze, che più tardi, negli Anni 30 del ’900, il duca d’Aosta aveva abitato, facendole imbiancare e rendendole singole anziché comunicanti, sono inoltre spuntate pagine di quotidiani del 1929, usati all’epoca come isolanti. Preziosità da ammirare senza affaticarsi, visto che il duca aveva anche collegato pianoterra e primo piano con un elevatore, non utilizzato da anni e sostituito ora con un ascensore «ad impatto zero sulla struttura del castello – specifica la direttrice -, molto economico, rendendo così accessibile per la prima volta il castello alle persone disabili e anziane».
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