MISSION | FARE DEL PARCO DI MIRAMARE UN MUSEO VERDE

 

È proprio dal Parco, fin dalla sua nomina, che il direttore Andreina Contessa ha voluto indirizzare i primi interventi di recupero e valorizzazione, immaginandolo come un “Museo verde” che va considerato nel complesso dei parchi e giardini antichi, della loro storia e nelle implicazioni della loro conservazione e salvaguardia, in relazione con la rete dei giardini europei, e soprattutto con quella dei parchi storici dei musei nazionali dotati di autonomia.
Nelle intenzioni del suo fondatore, il Parco doveva unire diverse concezioni: il giardino paesistico, il modello inglese e una zona fiorita a partiture geometriche su modello del giardino formale all’italiana. Attualmente, il Parco del Castello di Miramare ha circa 800 mila ingressi all’anno, che lo rendono il terzo luogo di cultura gratuito più visitato in Italia. È considerato dai triestini un “luogo del cuore”, dove fare una passeggiata e trascorrere qualche ora di serenità.
Dal 2017 è stato intrapreso un percorso di valorizzazione, ripristino e conservazione del verde che ha coinvolto sia la parte boschiva sia il giardino, con un filo conduttore unico: l’intento di ristabilire nelle aree verdi le primarie intenzioni del suo creatore, Massimiliano d’Asburgo, il quale ha concepito un orto botanico e un giardino sperimentale nel quale potessero trovare dimora specie rare ed esotiche. Con questo intento, gli interventi nella parte boschiva hanno riportato alla luce sentieri dimenticati (viale dei Lecci), zone ricoperte dalla vegetazione e non più apprezzabili nella loro estetica originaria (rocaille nei vari percorsi) e belvedere da dove si possono nuovamente ammirare incantevoli scorci. Il progetto prevede la ripresa del disegno originario. Per conferire una dimensione verticale del parterre sono state reintrodotte le piante sempreverdi impiantate al tempo di Massimiliano (Araucarie, Ginepri, Thuya) e collocate piante perenni e annuali di origine messicana con fioriture la cui dimensione sarà in grado di arricchire il parterre della terza dimensione di cui era dotato all’epoca.

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